Durante l’incontro abbiamo definito e compreso cosa sono gli stereotipi e quanto sono rilevanti nella nostra quotidianità. Vi invitiamo a riflettere e condividere quali sono gli stereotipi di cui siete soggetto e di cui siete oggetto. In altre parole quali sono gli stereotipi che voi utilizzate per relazionarvi con il mondo circostante e quali sono gli stereotipi relativi a voi e i vostri gruppi di appartenenza (ingroup) che gli altri usano per relazionarsi con voi. Vi lasciamo anche il link per l’Implicit Association Test dell’Università di Harvard utilizzato per verificare quali sono i pregiudizi delle persone rispetto a diversi temi, potete trovare il link tra i materiali allegati a questo post. Potete condividere nel forum linkato di seguito le vostre riflessioni. https://digitol-academy.eu/forum/topic/modulo-4-task-1/#postid-297
2 thoughts on “task 1 stereotipi e implicit association test”
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Credo che gli stereotipi, nei normali processi mentali, siano insiti in ognuno di noi, purtroppo.
Ma, fortunatamente possiamo usare la ragione e le giuste informazioni per capire quando siamo noi a cadere vittime di questo insieme di credenze, che condiziona negativamente il nostro modo di vivere e il nostro dediderio di contribuire allo sviluppo di una società migliore. Anche l’età e il desiderio di fare sempre nuove esperienze aiutano ad aprire la mente, mentre invece l’insicurezza e la paura del diverso e del nuovo portano a chiudersi in un gruppo che la pensa come te e ti autoconvinci di essere nel giusto.
Cercando un esempio per descrivere come io stesso sia stato sia carnefice che vittima di stereotipi, e ce ne sarebbero centinaia, mi è venuto in mente che mia moglie ha tentato per vent’anni anni di convincermi ad imparare a ballare e quando ormai ci aveva rinunciato, rassegnandosi al fatto che non riuscivo a sbloccarmi, come se tutti fossero lì a guardare me, sono stato io a cercare un tipo di ballo e di musica che mi ha convinto a non vedere più quell’ambiente come non adatto a me perchè troppo ridanciano, rumoroso, zeppo di gente spesso fintamente amichevole ed eccessivamente espansiva ma, superando in blocco tutto questo ho iniziato, corretto il tiro e continuato nel modo più adatto a me.
Diventando quindi io stesso vittima di quelli che dicono le stesse cose che dicevo io.
Questo è solo un esempio innocente e leggero, alla base c’è la voglia di non essere vittima di sè stessi.
Ma la diffidenza, la paura di essere giudicato producono danni seri alla salute mentale delle persone e all’evoluzione verso una società civile più umana e non dominata da stereotipi che, aggiunti ad altre sciagurate credenze, portano alla cultura dell’odio.
mi scuso per il refuso alla settima riga. avrebbe dovuto essere: e ce ne sarebbero a centinaia…